Newsletter Luglio 2025

Bimbi che saltano, genitori che sorridono e allenatori che si divertono: è bellissimo poter condividere con voi il sapore dell’estate di Real Eyes Sport, partendo dai nostri partecipanti con disabilità visiva che si muovono, sperimentano cose mai provate prima e costruiscono amicizie che li accompagneranno per molto tempo o, forse, per tutta la vita.

Al loro fianco, i familiari spesso si trovano a vivere qualcosa che nella quotidianità sembra impossibile: giocare a calcio, arrampicare, andare a cavallo o sciare sull’acqua. Anche per loro il senso di comunità diventa un aiuto enorme, infatti nascono relazioni durature, importantissime per condividere fatiche e gioie che la cecità o l’ipovisione portano con sé.

Un altro pensiero va ai nostri tecnici e allo staff che si è occupato dell’organizzazione: il livello dei coach è davvero sorprendente e le proposte sportive o ludiche riadattate per noi super funzionali. Stiamo unendo conoscenza generale dello sport di base e sensibilità specifica sulla disabilità: tutto questo mi rende orgoglioso e grato per quanto stiamo costruendo. Il sogno è che questa ricchezza continui ad allargarsi per arrivare a coinvolgere sempre più famiglie, perché non è sufficiente avanzare nel percorso scolastico per crescere, occorre anche sperimentare una serie importante di “lezioni” che non si affrontano dietro ai banchi in classe. Parallelamente continuiamo a credere e investire nella ricerca e nella diffusione dello sport per tutti, a prescindere dalla condizione e dal livello di ognuno.

Lascio la parola a chi ha vissuto queste settimane insieme a noi e vi racconteremo più avanti anche gli ultimi nostri camp di luglio.

Grazie a tutti, buona lettura e buona estate,

Daniele Cassioli

Ogni traguardo è una partenza

Ai campionati FISPES, tante medaglie per crescere

Emozioni forti ai Campionati Italiani di atletica leggera organizzati dalla FISPES di Grosseto!

La nostra squadra brilla in pista e in pedana con risultati straordinari e tanto cuore:

🥇 Francesco Cortinovis è campione italiano assoluto nel salto in lungo T13 e conquista anche 🥈 l’argento nei 100m T13!

🥇 Naomi Sini è oro nei 100m T13

🥈 Antonio Dei Nobili conquista l’argento nei 5000m T12

👏 Lorenzo Calvi e Ginevra Niccolò hanno dato il meglio di sé nelle gare promozionali, dimostrando che la passione si costruisce passo dopo passo.

Oltre le medaglie, celebriamo la sana competizione come strumento di crescita personale, confronto positivo e continua ricerca di sé stessi. Lo sport ci insegna che ogni traguardo è una partenza.


ISAPA 2025: buone notizie dal Simposio irlandese

Seicento partecipanti da tutto il mondo per parlare di sport e disabilità: potevamo mancare?

Lo sport è un insieme di significati riassunti in cinque lettere. Oltre a rappresentare il mero gesto atletico, è anche un mezzo per ampliare le vedute, trovare il proprio posto nella società e al contempo conoscere la parte più profonda di sé stessi. È dunque fondamentale, ma per far sì che venga svolto in maniera proficua, c’è bisogno che gli educatori abbiano conoscenze specifiche, in particolar modo quando gli atleti allenati praticano sport paralimpico. 

Nei giorni compresi tra il 16 e il 25 giugno scorsi, ISAPA – Simposio Internazionale sull’Attività Fisica Adattata – giunto alla 25esima edizione, ha accolto in Irlanda circa 600 partecipanti tra educatori sportivi, ricercatori universitari e atleti, proprio per far nascere un confronto sulle varie metodologie usate per approcciarsi allo sport quando entra in campo anche la disabilità. Sofia Del Governatore – delegata Real Eyes Sport – ha partecipato all’evento, portando l’associazione ad affermarsi a livelli internazionali, grazie alla condivisione con gli altri membri del congresso delle proprie linee guida per avviare ragazzi ciechi e ipovedenti allo sport. 

«L’obiettivo – ci racconta Del Governatore – era proprio promuovere un cambiamento per includere le persone con disabilità in ambito sportivo. La cosa più bella è stata vedere che tutti lavoravamo per lo stesso scopo, anche se nessun partecipante aveva un’idea uguale all’altra e questa è stata la cosa più arricchente sia per me che per la nostra associazione. La cosa interessante è che mentre si esponeva un progetto, realizzato in Italia, magari un interlocutore che vive in Australia dava altre soluzioni». Insomma, era tutto un voler mettere in compartecipazione le proprie esperienze, una fame di confronto che portava a desiderare di perdere insieme l’equilibrio instaurato, per poi ritrovarne uno ancora più solido, intriso di nuove consapevolezze tecniche e rapporti d’amicizia. Il Simposio, oltre ad aver rappresentato un momento di confronto, è stato utile per noi anche per fissare appuntamenti futuri strategici con alcune realtà che ci hanno avvicinato e con cui sarà importante collaborare. Incontri sinceri, che hanno come unico scopo quello di apprendere sempre di più sul mondo dello sport, con l’augurio che, Simposio dopo Simposio, tutti possano accedere alle pratiche sportive indipendentemente dalla disabilità che li accompagna, anche grazie al prezioso contributo di Real Eyes Sport.


Ai limite dell’impossibile

Toccare i propri, presunti limiti e andare oltre: ecco cosa si impara, grazie allo sport e non solo, alle nostre settimane insieme

È iniziata la stagione estiva di Real Eyes Sport. A Parma, adrenalina a mille il primo giorno del Camp organizzato in collaborazione con Giocampus Estate: i nostri giovani atleti sono stati infatti ospiti speciali del Dallara, dove hanno potuto toccare con mano la passione per la velocità con una prova mozzafiato sul circuito di Varano de’ Melegari. Abbiamo poi fatto tappa al Teatro Regio di Parma, per ascoltare voci, toccare dettagli, immaginare ciò che non si vede di questo luogo affascinante e rappresentativo e, in questa emozionante settimana, sperimentato tante altre attività divertenti e ricche di opportunità per mettersi in gioco, scoprire nuove passioni e vivere lo sport come occasione di crescita. Paolo, papà di Mengqi – ragazza dodicenne di Bologna che ha partecipato a questo camp per il quinto anno – ci ha raccontato la loro esperienza.

Come ha conosciuto Real Eyes Sport?

L’abbiamo scoperta tramite conoscenti che ci hanno presentato Daniele Cassioli. Grazie a questo incontro, mia figlia Mengqi ha avuto così la possibilità di partecipare per cinque anni al camp di Parma organizzato per ragazzi ipovedenti come lei.

Che sport pratica sua figlia?

Nel quotidiano, non pratica nessuno sport, ma svolge attività per migliorare la postura che la sua condizione in parte compromette.

Perché un ragazzo o una ragazza dovrebbe scegliere Real Eyes Sport?

Soprattutto perché non si trovano occasioni e luoghi dove i non vedenti possano fare sport e confrontarsi anche con i loro pari. È prezioso, per i ragazzi, che la disabilità non venga vissuta come un limite. Daniele è un grande esempio: è molto incoraggiante vedere come affronta la vita nella sua condizione, non fermandosi davanti a nessun ostacolo e rendendo fattibili esperienze ai limiti dell’impossibile.

Si possono costruire amicizie da portare fuori nella vita?

All’interno dei camp, si sperimenta il vero significato dell’inclusione, esperienza che fuori, nella vita di tutti i giorni, è molto difficile fare, soprattutto quando si cresce. Inoltre si ricevono spesso consigli preziosi per vivere al meglio la propria condizione.

Se dovesse sintetizzare in tre parole-chiave il supporto di cui Mengqi e altri ragazzi e ragazze come lei hanno bisogno per vivere al meglio la propria condizione, quali sarebbero?

Famiglia; non porsi limiti; vedere il lato positivo delle cose.


Assistenza alla disabilità: la continuità didattica è un diritto

Leggi non sempre adeguate e continui tagli delle risorse economiche minano l’efficienza del servizio educativo. Ne parla Marco Sciuto, vicepresidente di AMN 

Internalizzare presso il MIM e stabilizzare la presenza a scuola di chi assiste alunni e studenti con disabilità: ecco il punto secondo AMN, l’Associazione Misaac Nazionale che si forma nel luglio 2022 inizialmente proprio come movimento a supporto del ddl 236/2022 (poi diventato legge nell’ottobre dello stesso anno) per l’introduzione del profilo professionale dell’assistente per l’autonomia e la comunicazione nei ruoli del personale scolastico, in contrasto con la precarietà sino a quel momento vissuta dal comparto educatori. In origine, infatti, il legislatore nazionale, con la legge 104/1992, aveva deciso di non affidare la gestione di questo servizio al Ministero dell’Istruzione – come, invece, fece per i docenti di sostegno – ma agli enti locali. Ogni comune e regione si sono regolati, quindi, a modo proprio, spesso non rispettando la normativa generale nazionale, che dice, per esempio, che anche gli educatori possono svolgere la funzione di assistenza all’autonomia e comunicazione, anche se spesso non lo sanno. Il non comprendere che l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione è una funzione e non una professione e che, come tale, può essere svolta da diversi professionisti, insieme all’anarchia regolamentare che la contraddistingue, produce grande confusione. Ed è per fare ordine che è nata AMN, oggi in campo contro il continuo taglio ore che rischia di mandare in corto circuito l’assistenza scolastica alla disabilità, come ci racconta il vicepresidente, Marco Sciuto.

Taglio ore all’assistenza e autonomia per studenti con disabilità: di cosa di tratta?

La continua carenza di risorse economiche e probabilmente la poca convinzione da parte del governo nell’occuparsi delle fragilità costituiscono una minaccia alla corretta erogazione del servizio educativo. In breve, a settembre, in vista della nuova legge di bilancio, rischiamo di trovarci davanti a ulteriori, drastici tagli: assistenti con meno ore, studenti scoperti, famiglie in difficoltà e un servizio che rischia di crollare. Servizio peraltro sempre più richiesto dalle famiglie – che hanno compreso come la vera inclusione inizi e si realizzi a scuola – e che necessiterebbe maggiori investimenti, in quanto diritto essenziale delle persone con disabilità.

D’altra parte, quanto delineato dal testo unificato a cui il Senato ha dato vita, a gennaio 2025, accorpando i ddl 236/2022, 793/2023 e 1141/2024 è molto chiaro: scompare la prospettiva di statalizzazione della funzione presso il MIM e la gestione torna agli enti territoriali, con la proposta di un profilo unico nazionale per la figura dell’assistente, che diventerebbe finalmente una professione. 

La verità è che per le persone con disabilità il ruolo degli assistenti si è trasformato in una vera cinghia di trasmissione tra scuola e famiglia. Il sistema scuola non ha ancora metabolizzato una vera pratica dell’inclusione e le problematiche non riguardano la mancanza di strumenti scientifici, ma la carenza di risorse economiche, strutture ancora non conformi e un cambiamento di visione culturale. Senza risorse, manca anche un coordinamento efficace. L’unica vera soluzione è quella di mettere a sistema il servizio: renderlo stabile, strutturato, con un inquadramento dignitoso per i lavoratori, garantendo continuità educativa agli alunni e una visione organica e nazionale. In assenza di una riforma vera, continueremo a rincorrere emergenze, tappare falle, perdere i migliori professionisti e offrire un servizio sempre più fragile.

Questi tagli come impattano su professionisti e alunni? Cosa chiedete alle famiglie?

I tagli impattano in maniera incredibile, prima sui professionisti e di conseguenza sugli alunni: senza stipendi adeguati, è impossibile garantire un servizio professionale. Accettiamo la sfida dell’internalizzazione a livello degli enti locali, anziché presso il MIM, come invece da sempre vorremmo, ma alle famiglie chiediamo cooperazione affinché non venga dimenticato il disegno di legge unificato che si trova nelle Commissioni VII e X del Senato, spingendo per l’accoglimento di tutti quegli emendamenti che potrebbero migliorarlo, per lavorare in seguito, insieme con i ministeri e con tutti gli stakeholder di riferimento (soprattutto le associazioni di famiglie) ed elaborare, in sede di conferenza Stato-Regioni, un regolamento che disponga nel dettaglio soluzioni trasparenti ed etiche. 

L’obiettivo è permettere, nel rapporto con le scuole e gli enti locali, un pieno riconoscimento della professionalità e delle competenze dell’assistente all’autonomia e alla comunicazione, in maniera che questo operi al meglio per promuovere il diritto allo studio dell’alunno con cui entra in relazione. Vogliamo una condizione uguale per tutti: nessuna discriminazione di alcun lavoratore, continuità educativa, preparazione specialistica a carico del datore di lavoro, sicurezza retributiva, riconoscimento e aggiornamento professionale, elementi che permettano un vero rapporto di fiducia e lavoro fra operatori e famiglie.



Questo numero della newsletter è stato scritto in collaborazione con i giornalisti sociali di Fondazione Bullone. In redazione: Federica Margherita Corpina, Michele Fagnani, Salvatore Cristiano Misasi, Lisa Roffeni.