Newsletter Aprile 2025

La soddisfazione più grande? Avere vinto il premio presenze nella categoria under 14 dei campionati italiani di atletica paralimpica.
Me li ricordo bene quei giorni d’estate: era il 2020 e, durante le vacanze, insieme a Giulia, fantasticavamo in riva al mare su quanto sarebbe stato figo avere una squadra tutta nostra di bambini con disabilità. Non perché io sia cieco: vi assicuro che di squadre formate da piccoli atleti, nel nostro mondo, se ne vedono ben poche.
Ecco: oggi questo traguardo è parzialmente raggiunto! Erano sette i nostri under 14, e uno di loro ha addirittura gareggiato nelle categorie dei grandi.
È questo, per me, il sogno che si avvera, questo significa vivere i risultati dello sforzo collettivo e impegnativo che ogni sabato, in sedici città italiane, ci spinge a motivare le famiglie per portare i propri figli a fare sport.
Hanno vissuto la tensione nei giorni precedenti, il brivido degli allenamenti per prepararsi, l’emozione della trasferta, l’adrenalina della gara. E adesso vivono la stupenda ricompensa di poterlo raccontare ai propri compagni di classe.
Custodisco con gioia questa grande soddisfazione perché so bene che, a prescindere dal livello agonistico raggiunto, stiamo comunque parlando di una crescita che nessun banco di scuola può garantire.
Imparare a confrontarsi lealmente con i propri compagni e scoprirsi capaci di gestire tante emozioni.
Questa è per noi la VERA VITTORIA.
Buona Santa Pasqua a tutti voi e buona lettura,
Daniele Cassioli
È insieme che si scalano i podi, in gara come nella vita
I risultati degli atleti di Real Eyes Sport ai Campionati Italiani di Ancona
È stato un weekend ricco di soddisfazioni, quello che ha visto la partecipazione di alcuni degli atleti di Real Eyes Sport ai Campionati Italiani di Atletica Leggera Indoor che si sono svolti ad Ancona tra il 15 e il 16 marzo. I nostri ragazzi hanno portato a casa, infatti, risultati straordinari, conquistando medaglie e primati personali, a testimonianza dell’impegno e della passione che li contraddistinguono. «La soddisfazione è tanta» conferma l’allenatore Dario Crespi, che ha accompagnato gli atleti nella due giorni, «anche perché, tra i ragazzi agonisti che hanno partecipato ai campionati, tutti sono andati a medaglia».
Partiamo da Francesco Cortinovis, che, dopo aver conquistato il primo posto nei 60 metri piani T13 con un tempo di 7″64, ha anche stabilito un nuovo primato italiano nel salto in lungo, con una misura di 5,77 metri, aggiudicandosi così un’altra medaglia d’oro.
Performance straordinaria nei 1500 metri anche per Antonio dei Nobili, il quale, accompagnato dalla sua guida, ha trionfato nella categoria T12 con un tempo di 5’01″09, nuovo primato personale in una delle discipline più impegnative dell’atletica.
Argento poi per Naomi Sininei 60 metri T13 con un tempo di 10″13, un risultato eccezionale ottenuto senza l’ausilio di una guida.
Anche i più piccoli, tra cui Lorenzo Calvi, Alessio Vasi, Luca ed Emma Oliviero, Ginevra Nicolò e Benjiamin Kololo, hanno partecipato con entusiasmo a svariate gare, come il vortex, i 50 metri e il salto in lungo, dimostrando enorme potenziale nonostante la giovanissima età.
«Nella categoria Promozionale» aggiunge Dario «sei ragazzi su sette appartenevano alle fila di Real Eyes Sport, una delegazione a dir poco numerosa».
No, non c’è nessun segreto dietro i risultati raggiunti; “solo” tanto impegno, sia da parte dei ragazzi che di tutte le figure professionali che li supportano a ogni passo nell’ambito dell’associazione, offrendo loro competenze e sostegno emotivo, fondamentale in queste occasioni.
E tenetevi pronti anche voi, perché siamo certi ve ne saranno ancora tante altre!

Maglie al meglio
I ragazzi di Real Eyes Sport incontrano gli azzurri ad Appiano
Lo scorso mese, a pochi giorni dalla sfida contro la Germania, alcuni dei nostri ragazzi hanno avuto occasione di incontrare, ad Appiano, i giocatori della Nazionale Italiana di Calcio. Ci siamo fatti raccontare la loro esperienza dallo psicologo sportivo Samuele Robbioni, amico affezionato dell’associazione.
Che ripercussioni ha, sui ragazzi e sulla loro visione dello sport, dalla tua prospettiva, un incontro del genere?
Credo che un’esperienza come quella vissuta durante il ritiro della Nazionale possa aiutare chi ne prende parte, e quindi, in questo caso, sia gli azzurri che i ragazzi di Real Eyes Sport, ad allenare una competenza psicologica stupenda dello sport, ossia la gioia di celebrare momenti significativi nel proprio percorso di crescita. Probabilmente, nessuno dei ragazzi ipovedenti che hanno partecipato alla giornata cambierà, a seguito dell’incontro, il proprio modo di vivere lo sport; ciò che forse e auspicabilmente si modificherà, però, è la loro percezione di sé: non più come atleti con una disabilità, ma piuttosto come atleti a prescindere dalla loro disabilità. Che uno vesta la maglia della Nazionale o di qualsiasi altra squadra, quello che fa la differenza è dare sempre il meglio partendo dai propri limiti e comprendere che la diversità è una delle più belle risorse di un team.
Quale dinamica o aspetto della giornata ti ha colpito di più?
Sono convinto che esperienze di dono come questa aiutino gli atleti professionisti a scoprire quella che io chiamo “l’arte di relativizzare”, a guardare cioè la propria professionalità da una prospettiva diversa, che non è solo quella del campo, ma anche di ciò che essi rappresentano al di fuori di esso. È, insomma, la bellezza della responsabilità condivisa. In momenti di intimità sportiva come questi, scopri davvero che la felicità è contagiosa e che, se ti sei allenato bene, il sorriso è il miglior atteggiamento che puoi assumere di fronte alle sfide della vita.
Qual è la mentalità vincente che bisogna instillare nei ragazzi, affinché possano credere nel loro futuro?
La cosa più bella che possiamo trasmettere loro è che nella vita il valore che dai al percorso conta più dell’obiettivo che raggiungi. Dobbiamo allenarli al coraggio di scegliere e dar loro fiducia: gli interessi del prestito saranno poi responsabilità loro. Insegnargli che nella vita ci sono momenti in cui bisogna andare avanti e altri, invece, in cui bisogna imparare a restare nelle difficoltà; che se vogliamo crescere, a un certo punto, dobbiamo pur trascendere ciò che è comodo per noi per abbracciare ciò che è utile per la squadra; che non è vero che tutto è possibile, ma è possibile quello che ci compete fare; che il fallimento esiste e solo se lo affronti diventa un’opportunità di crescita; che la bellezza della fatica per raggiungere una meta ha molti più vantaggi del sacrificio fine a sé stesso.
Credi che l’esperienza ti abbia in qualche modo arricchito, da un punto di vista personale e professionale?
Ogni esperienza può arricchirci, se le diamo un senso. Noi che lavoriamo nel mondo dello sport professionistico siamo dei privilegiati, è vero, ma i privilegi sono tali solo se li condividi. Nel mondo del rugby si suole dire così: “lascia la maglia in un posto migliore rispetto a dove l’hai trovata”. Che è un concetto stupendo: mi piace pensare sia la forza dell’esempio.
Progetti e idee per il prossimo futuro?
Ho da poco vissuto un’esperienza stupenda con la squadra della mia città, il Calcio Como 1907, in un entusiasmante percorso dalla serie D alla serie A terminato alla fine dell’anno scorso. All’inizio di questo, invece, ho iniziato a collaborare con la Pallacanestro Cantù, con lo stesso ambizioso obiettivo di tornare in serie A1. Quello che accomuna tutti i miei progetti in ambito sportivo, però, è la ricerca di connessioni valoriali con il mondo del sociale, delle aziende, dell’educazione; sono convinto, infatti, che una cultura realmente inclusiva e innovativa si crei allenando comportamenti virtuosi dentro e fuori dal campo, per costruire insieme “un mondo a cui le persone desiderino appartenere”.
Da cosa nasce cosa nasce cosa nasce…
Fondazione Bullone: la fucina dei ragazzi dietro la newsletter di Real Eyes Sport
Quanto vale un sogno lasciato in eredità?
Clementina era una bambina che, nonostante la sua tenera età, o forse proprio per quella, sapeva gettare lo sguardo, e il cuore, oltre il suo letto d’ospedale. Il suo desiderio più grande era quello di veder nascere un mondo in cui anche i più fragili, magari con un piccolo aiuto iniziale, avessero avuto l’opportunità di rendere tridimensionali i disegni della propria vita. E perciò quando Clementina lascia prematuramente questa terra per brillare su in cielo, suo padre, l’imprenditore Bill Niada, non permette a quel sogno di rimanere in un cassetto.
Nasce così Fondazione Bullone, un’organizzazione pensata per accompagnare adolescenti e giovani adulti con vissuti di malattia alla riscoperta della propria identità al di là della singola patologia – oltre il proprio letto d’ospedale, appunto – costruendo insieme a loro percorsi di reinserimento nella vita sociale e professionale di tutti i giorni.
Inoltre, attraverso il punto di vista dei B.Liver, i beneficiari della Fondazione, e il loro coinvolgimento in progetti di editoria, comunicazione, formazione e sensibilizzazione – sviluppati in collaborazione con professionisti, aziende e altre realtà – si porta avanti il tentativo di diffondere nella società il valore di ciò che è fragile, troppo spesso sinonimo, invece, di ciò che ostacola.
Ma, al di là dei percorsi di formazione e di avvio al mondo del lavoro, il Bullone è anche e soprattutto un ricovero – inteso qui come luogo di riparo e sicurezza – presso cui l’anima può trovare ristoro e riguadagnare l’equilibrio necessario ad affrontare il mondo esterno; una comunità in cui il forte senso di appartenenza del gruppo prevede che nessuno venga mai lasciato indietro e che ciascuno possa invece aprirsi e condividere con gli altri ferite e cicatrici che, alla fine, lo rendono solo più simile, anziché il contrario, a colui che gli siede di fianco. Ed è un tipo di legame, questo, che in certi casi può investire anche i rapporti che la Fondazione intesse con realtà a essa esterne alla Fondazione. Ecco, con Real Eyes Sport è stato così. Dopo l’intervento di Daniele Cassioli, suo Presidente, a uno dei panel organizzati in occasione del primo festival del Bullone, nell’ottobre del 2023, si è deciso, infatti, di intraprendere un percorso sociale comune di cui anche questa newsletter è tappa. Ed è proprio bella, la strada, insieme.

Ammazza, che camp!
Quest’estate, a Perugia, una tre giorni dedicata al Baseball x Ciechi
Ci presentiamo: siamo Lampi Milano, una squadra di baseball per ciechi e ipovedenti le cui origini risalgono all’ottobre del 2005, quando il crescente numero di giocatori con disabilità visiva nella città di Milano ha fatto nascere l’esigenza di creare una squadra. Appena otto anni dopo, nel 2013, abbiamo raggiunto l’apice della nostra storia agonistica, aggiudicandoci per due anni consecutivi il titolo di Campioni d’Italia. La nostra squadra si compone di circa venticinque persone, tra giocatori e allenatori, e la pratica sportiva rappresenta il focus primario delle attività.
Crediamo, allo stesso tempo, che l’impegno sociale debba rivestire un ruolo altrettanto importante nell’ambito della vita associativa: tanti sono i giocatori che, per esperienza, anche grazie allo sport, hanno avuto la possibilità di crescere quanto ad autonomia e socialità.
Sono queste le premesse alle spalle del progetto BXC Primavera Camp. Si tratta, in Italia, di una novità assoluta, nata dalla voglia di ampliare sempre più l’orizzonte dei nostri obiettivi, rivolgendo maggiore attenzione ai più giovani e portando avanti la convinzione che lo sport rappresenti uno strumento fondamentale nella crescita dei ragazzi; nella fattispecie, disabili visivi. Lo scopo principale è la promozione della disciplina tra gli adolescenti: il camp sportivo, totalmente gratuito, si rivolge infatti a ragazzi e ragazze ipo e non vedenti di tutta Italia dai quattordici anni in su, ma sarà aperto anche ai referenti sportivi di attività locali per ipo e non vedenti diffuse sul territorio italiano, allo scopo di formarli e informarli a riguardo. Per loro sarà come prendere parte a un vero e proprio stage sul campo, che abbraccerà tutti gli aspetti della disciplina – gestione del gruppo, filosofia, tecnica e pratica – e li renderà autonomi nel proporre il bxc all’interno dei loro eventi, allenamenti o appuntamenti di altro tipo.
Per realizzare tutto questo, metteremo a disposizione, a titolo gratuito, i nostri migliori manager, tecnici e giocatori, creando così un team qualificato ed esperto che possa gestire al meglio il camp.
I ragazzi interessati a proseguire la loro esperienza nel bxc anche dopo questo breve ma intenso contatto con la disciplina verranno poi indirizzati nelle squadre di vicinanza territoriale che hanno aderito all’iniziativa.
Il camp si svolgerà il 28, 29 e 30 luglio presso il campo da baseball di Perugia messoci a disposizione dall’A.s.d. Perugia Baseball & Softball. I ragazzi che vi prenderanno parte avranno la possibilità di sperimentare tante attività, tutte in qualche modo legate al bxc: primo approccio allo sport, conoscenza della teoria, lezioni di base. Il terzo giorno e ultimo giorno, e cioè il 30 luglio, si svolgerà sul posto una partita – o un piccolo torneo, è ancora da definire – con la partecipazione di giocatori militanti in diverse squadre di serie A, così da dare l’opportunità ai ragazzi di presenziare anche a un evento sfidante, che mostri appieno le potenzialità di questo sport, specie a livello agonistico.
Insomma, sarà un’esperienza bellissima. Ma solo grazie a te tutto questo potrà accadere davvero: aiutaci a realizzare il primo BXC Primavera Camp e a far conoscere il baseball per ciechi al maggior numero di ragazzi possibile! Grazie di cuore per il tuo contributo.
I am a Willer: la webapp che rende l’accessibilità un gioco di squadra!
Unisciti al team e rendi il mondo più accogliente
“Il posto dove hanno organizzato la cena stasera sarà accessibile anche per me?”: te lo sei mai chiesto, prima di andarci? Probabilmente sì, ma non sempre avrai trovato la risposta. Ecco, adesso, con I am a Willer, potrai scoprirlo direttamente da casa tua, grazie alle recensioni di chi c’è già stato! E tu, raccontando poi la tua esperienza di accessibilità, potrai contribuire e aiutare altri a tua volta.
Perché l’accessibilità non è solo una necessità: è piuttosto un gioco di squadra in cui ciascuno fa la propria parte e tutti insieme la differenza!
Bastano pochi minuti per permettere a chi come te vuole viaggiare, uscire e vivere senza pensieri, di poterlo fare davvero. Come funziona? È facilissimo!
1) Condividi la tua esperienza nei luoghi che frequenti (hotel, ristoranti, musei, etc.): aiuterai così chi arriva dopo di te!
2) Scopri i posti migliori per le tue esigenze.
3) Divertiti a scoprire i punti e i premi per i Willer!
Che aspetti? Entra nel team e rendiamo insieme il mondo, un passo alla volta, un luogo più inclusivo!
Inizia da qui: app.iamawiller.com
Questo numero della newsletter è stato scritto in collaborazione con i giornalisti sociali di Fondazione Bullone. In redazione: Federica Margherita Corpina, Jacopo Di Lorenzo, Michele Fagnani, Luca Malaspina, Salvatore Cristiano Misasi.